lunedì 4 luglio 2016

Punkreas, "Il lato ruvido" del rock

Recensione del nuovo disco dei Punkreas, "Il lato ruvido"


Sono tornati i Punkreas, e sono graffianti e potenti come sempre. "Il lato ruvido" è un album che sicuramente lascerà il segno nei fan più affezionati e storici della band, che di sicuro non resteranno delusi dal nuovo lavoro del gruppo punk rock milanese uscito il 22 aprile scorso. L'album è potente, più rock che punk, ma con la chiara impronta storica dei "vecchi" Punkreas. Formazione nuova, dopo l'abbandono forzato per "incompatibilità caratteriali" con gli altri membri del gruppo, del cofondatore Flaco (già attivo in altri progetti e in sala di registrazione). La band è attualmente composta da Cippa (voce), Paletta (basso elettrico), Noyse (chitarra elettrica), Gagno (batteria),  e Andrea Botti (chitarra elettrica), che ha sostituito proprio Flaco. Il disco scivola via piacevolmente per tutta la durata, 39 minuti di punk rock, ritmi veloci ed orecchiabili, testi intrisi di realtà e critica dura verso la società. Come da tradizione.


La copertina del disco "Il lato ruvido"
La copertina del disco "Il lato ruvido"
Tra gli episodi migliori dell'album c'è sicuramente "In fuga", brano scritto "in prima persona" da un "cervello" stanco del "tipo tonto che mi spegne, quando si accende la tv", probabilmente la canzone più punk dell'album, veloce e graffiante, con ritmo incalzante. Ottimo brano anche il pezzo che dà il titolo all'album, "Il lato ruvido", una canzone nella quale si analizza lo stato delle radio italiane, che passano continuamente brani di cantanti che non graffiano, non criticano, non danno spunti per analizzare la realtà, quelli che tutto va bene "...dov'è il tuo lato ruvido, dov'è, ci farebbe comodo... quello che fa le scintille, fa rizzare la pelle, il sangue bolle e ribolle, non lo sento da tempo, dov'è...". Certamente degna di nota anche "800588605", canzone che "sponsorizza" il numero verde che si può chiamare in caso si subiscano soprusi da parte delle forze dell'ordine (promosso dall'associazione Acad): "Nel Belpaese, chi ne fa le spese, è chi non conta niente, e dopo un istante è su una volante, lo carica a parte e non tornerà più...". Interessante e riuscita anche la collaborazione tra i Punkreas e i Modena City Ramblers nel brano "Modena-Milano", un mix molto riuscito dei due generi, punk rock e combat folk, con ritmo incalzante e veloce "Raccontar le cose per quello che non sono, c'è chi ne ha fatto un'arte, una sporca abilità...gli amici quelli veri te lo leggono nel cuore, lo spirito resiste nonostante la realtà, in questo mondo falso senza più nessun valore, la cosa più sicura è stare uniti finché va". Tra i brani più riusciti anche "Picchia più duro", la canzone che chiude l'album, dura critica alla realtà e un invito a reagire per tutti, a lottare sempre e comunque "hai tradito te stesso, ti hanno detto è lo stesso, ma alla fine hai già perso la tua identità... non pensare a quello che sei stato, lo sai anche tu, vali di più... ai compromessi puoi dire no, se ne accettano tanti, ma se tu togli i guanti e ti metti i guantoni e sarà ko".
Questi sono gli episodi migliori, ma i 12 pezzi nel complesso suonano convincenti e sono tutti abbondantemente sopra la media. Per chi ha voglia di punk rock rabbioso e tagliente, può acquistarlo senza remore, i Punkreas sono come sono sempre stati, e questo è certamente un merito. Se cercate "Il lato ruvido" del rock, lo troverete nella massima espressione.

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