lunedì 4 luglio 2016

In ricordo di Peppino Impastato

Tante le manifestazioni in tutta Italia per ricordare l'uccisione di Peppino Impastato 38 anni fa

Il 9 maggio di 38 anni fa, Peppino Impastato veniva ucciso in un attentato, reo di aver sfidato attraverso le sue denunce, le attività della Mafia dell'epoca. Impastato ancora oggi è simbolo dell'antimafia e del coraggio di ribellarsi, attraverso ogni mezzo, alle ingiustizie. Attraverso la radio da lui fondata, Radio Aut, Impastato aveva preso di mira le organizzazioni mafiose del tempo, continuando a denunciare le loro attività ed a coinvolgere anche la politica.


Un'immagine di Peppino Impastato sul sito dell'associazione a lui dedicata
Un'immagine di Peppino Impastato sul sito dell'associazione a lui dedicata
Impastato fu ucciso la stessa notte dell'uccisione di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse e per diverso tempo la sua morte restò in secondo piano, per poi tornare prepotentemente alla ribalta grazie alle lotte della madre Felicia Bartolotta e del fratello Giovanni, che hanno lottato fino in fondo per scavare e far finalmente venir a galla la verità. Inizialmente infatti, il delitto era stato costruito per sembrare un suicidio, attraverso anche l'utilizzo di una lettera scritta dallo stesso Impastato, ma diversi mesi prima. Il corpo di Peppino fu infatti adagiato sulle rotaie di una ferrovia con una carica di esplosivo sotto il corpo. Per anni il centro Impastato ha dovuto lottare per arrivare alla verità definitiva in tribunale. Il caso infatti fu chiuso due volte e poi riaperto, sempre dietro pressione del centro. Nel 2001, dopo ben 23 anni, il processo si chiuse con l'ergastolo per Gaetano Badalamenti e con la condanna di Vito Palazzolo, individuati come mandanti dell'omicidio. Negli anni moltissimi sono stati i contributi in musica, film e altre attività culturali dedicate alla memoria di Impastato, che viene riconosciuto unanimemente come simbolo della lotta all'antimafia. Una lotta che ancora oggi dovrebbe essere vigorosa e forte, probabilmente anche più di prima, in un sistema ancora intriso di logiche mafiose e affaristiche. Ce ne vorrebbero ancora cento di persone come Impastato, cento come i passi che separavano la sua casa da quella del boss Badalamenti.
« Nato nella terra dei vespri e degli aranci, tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio,
negli occhi si leggeva la voglia di cambiare, la voglia di giustizia che lo portò a lottare,
aveva un cognome ingombrante e rispettato, di certo in quell'ambiente da lui poco onorato,
si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un ideale ti porterà dolore. »

Dalla canzone "I Cento Passi" dei Modena City Ramblers

Nessun commento:

Posta un commento