lunedì 4 luglio 2016

Studentessa condannata per la tesi sui No Tav

Una studentessa di antropologia è stata condannata a due mesi di reclusione per aver partecipato in prima persona a delle manifestazioni del movimento No Tav per scrivere una tesi di laurea

È proprio vero che l'Italia non è un paese per laureati, ricercatori o studenti. Come riporta l'edizione di Torino de "La Repubblica" dello scorso 17 giugno (qui l'articolo originale: Repubblica), una studentessa di antropologia è stata condannata a due mesi di reclusione dal tribunale di Torino, per aver partecipato a una manifestazione del movimento No Tav in qualità di ricercatrice e studentessa del movimento, osservazione e partecipazione che sarebbero poi diventate parte di una tesi di laurea discussa con successo nel 2014. La donna è stata giudicata colpevole di "concorso morale" di alcuni dei reati commessi dai No Tav nel 2013 nel corso dell'occupazione di un cantiere di una delle ditte impegnate nella costruzione della ferrovia ad alta velocità. Nel corso degli eventi la studentessa, insieme ad un'altra ricercatrice poi assolta, ha assistito all'occupazione come osservatrice e non ha preso parte in nessun modo all'azione. Il giudice ha ritenuto di doverla punire ugualmente, perché, secondo l'avvocatessa che la difende, dallo scritto si evinceva che la stessa moralmente appoggiasse l'azione in corso, in quanto come espediente narrativo, utilizzava il "noi" per raccontare le vicende del movimento.
Il logo del movimento No Tav (dal sito www.notav.info)
Il logo del movimento No Tav (dal sito www.notav.info)
Una sentenza che ha dell'incredibile, in quanto anche molte foto e registrazioni di quel giorno, mostrano chiaramente che la studentessa stava solo osservando senza partecipare in nessun modo per scrivere una tesi di laurea. Lo dimostra del resto anche il fatto che la collega sia stata completamente assolta per non aver commesso il fatto. Assurdo che un paese come il nostro, che già è agli ultimi posti in Europa per laureati occupati, che non incentiva la ricerca e lascia fuggire i migliori cervelli all'estero, sia protagonista di vicende clamorose come questa, nei confronti di una studentessa che aveva solamente l'intenzione di scrivere una tesi sul movimento No Tav, da semplice osservatrice. Studiare dall'interno un movimento così radicato come i No Tav nella Val di Susa, dovrebbe essere di interesse per tutti, per comprendere le motivazioni e le azioni di un gruppo che si oppone da anni alla costruzione di infrastrutture come l'alta velocità ferroviaria che hanno un impatto forte su interi territori, sulla loro economia e sulla loro salute. Probabilmente passeremo alla storia come il primo paese ad aver condannato una persona al carcere per aver scritto una tesi di laurea, calpestando il diritto allo studio e alla ricerca, sancito come diritto inalienabile e fondamentale dalla dichiarazione universale dei diritti dell'uomo dell'Onu. L'Italia, non è un paese per laureati.


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