35 anni senza il non sense, l'ironia e la denuncia sociale di Rino Gaetano
35 anni fa, il 2 giugno del 1981, a causa di un incidente stradale, moriva uno dei più grandi e geniali cantautori che la musica italiana abbia mai espresso, Rino Gaetano. Non un cantautore come tanti, ma un'artista capace di scrivere testi intelligenti, ironici, pungenti e polemici, contraddistinti da quel non sense, che di senso però ne aveva molto. Rino Gaetano era nato a Crotone nel 1950 e nei suoi 30 anni di vita fece in tempo a produrre appena sei dischi e tante canzoni memorabili, quelle che ne hanno decretato un successo postumo incredibile, soprattutto nelle giovani generazioni dagli anni 2000 in poi. E sì perché negli anni della sua carriera, sin da principio, il suo lavoro e la sua creatività non fu mai troppo apprezzata e valorizzata, probabilmente perché non veniva capita dalla massa.
- Rino Gaetano
Fu solamente nel 1978, dopo ben tre album, che Rino Gaetano fu scoperto dal grande pubblico ed ebbe un grande successo con la canzone Gianna, una canzone disimpegnata e decisamente più orecchiabile di tanti altri capolavori prodotti prima e dopo l'esperienza sanremese. Ma si sa che il grande pubblico non ama impegnarsi molto nell'ascolto di canzoni più profonde e più complesse, quindi fu solo questo il modo per rivelarsi al grande pubblico, che a malapena conosceva il suo nome. Il successo della canzone fu enorme, ma lo stesso Gaetano se ne pentì poco tempo dopo la partecipazione, rilasciando una dichiarazione in cui diceva: "Sanremo non significa niente e non a caso ho partecipato con Gianna che non significa niente". D'altra parte Rino Gaetano era un rivoluzionario, un ribelle: emblematico che nel 1979, durante una partecipazione al Festivalbar, per protesta contro il playback, l'artista crotonese, trasferitosi a Roma a 10 anni, si rifiutò di cantare, e mentre la sua canzone andava in onda, lui accese una sigaretta e se la fumò, lasciando che il brano si cantasse "da solo". Questo era Rino Gaetano e non è che all'epoca andasse giù a molti l'idea che lui avesse tutta questa libertà, libertà di pensiero e di esprimere una critica aspra e feroce alla società del tempo (non troppo diversa da quella di oggi), attraverso canzoni apparentemente leggere. Fu ostacolato in vari modi e molti ancora oggi pongono un grande sospetto sulla sua morte, avvenuta in un incidente stradale con un camion. Poco tempo prima infatti, lo stesso cantautore fu speronato da un'auto e ne uscì miracolosamente illeso; la stessa sera dell'incidente diversi ospedali di Roma non ne accettarono il trasferimento per mancanza di posti. L'8 agosto del 2013 l'indagine sulla sua morte fu riaperta per indagarne a fondo le reali cause. Finiva così tragicamente la vita e la carriera di uno dei cantautori più anticonformisti della storia della musica italiana, il cantautore degli ultimi, un personaggio che ci avrebbe potuto regalare moltissime canzoni ed emozioni, oltre a tanti spunti di riflessione sulla vita, sui più svantaggiati, sul proletariato, sulle classi più deboli, sul potere, sull'emigrazione, sul sud e sull'emarginazione, in modo ironico, spensierato, pungente e appassionato. Un personaggio che ci manca e ci mancherà sempre, in un panorama musicale odierno davvero avvilente e con poca intelligenza ed ironia. Un vuoto che difficilmente qualcuno potrà colmare. Né oggi, né mai.
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