domenica 3 luglio 2016

Aree costiere italiane sempre più in pericolo

Legambiente ha presentato ieri un allarmistico "Rapporto Ambiente 2016", nel quale si sottolineano i rischi per le nostre aree costiere, minacciate da cemento, erosione costiera, depurazione insufficiente e rifiuti. 

     (Un semplice secchio di plastica abbandonato, un pericolo per il mare (immagine Legambiente)


A tutti in estate piace andare al mare, trascorrere qualche momento allegro, godendosi le meravigliose spiagge italiane. Tutto questo in un futuro molto prossimo potrebbe essere messo in discussione, perché le aree costiere italiane sono sempre più a rischio a causa di numerosi fattori, purtroppo tutti riconducibili all'uomo.
Legambiente ha presentato ieri il "Rapporto Ambiente 2016" e il quadro che ne è venuto fuori non è dei migliori. L'Italia ha settemila metri di coste che ne caratterizzano la bellezza dell'ambiente, caratteristica che gli consente di essere una delle nazioni più belle e che attirano più turismo del mondo, anche se senza politiche di sviluppo più sostenibili, le nostre aree costiere potrebbero un giorno non essere più come le vediamo oggi.

Prima causa: le costruzioni selvagge. Dal rapporto emerge che il 51% delle nostre coste è stato trasformato da palazzi, alberghi e costruzioni di ogni genere: fenomeno in crescita dell'8% annuo. Numerosi i casi di costruzioni selvagge e abusive in zone a grave rischio di dissesto idrogeologico.

Seconda causa: l'erosione della costa. Un terzo delle spiagge è interessato da fenomeni erosivi attualmente in espansione; moltissime sono le infrazioni accertate nel corso del 2014 tra reati inerenti al mare e alla costa in Italia, 40 al giorno, 2 ogni chilometro, ogni anno in crescita esponenziale. Erosione causata da trasformazioni provocate da porti e interventi sul litorale,  nonché dalla riduzione degli apporti dei sedimenti dalle aree interne attraverso i fiumi per vie di dighe, sbarramenti e cave.

Terza causa: l'inquinamento. In mare finiscono il 25% degli scarichi cittadini ancora non depurati (siamo nel 2016) , per questa causa che riguarda ben 1.022 agglomerati, l'Unione Europea ha aperto una procedura di infrazione.  Il 45% dei prelievi realizzati da Goletta Verde nel 2015, è risultato inquinato, con la plastica che continua a colonizzare e deturpare spiagge e fondali marini. Inoltre solo il 19% della costa (1.235 chilometri) è sottoposta a vincoli di tutela.

Oltre a tutto ciò si dovrà far fronte ai cambiamenti climatici che mettono ancora più a rischio le nostre aree costiere. Il livello del mare si sta innalzando e si innalzerà a causa dell'aumento delle temperature, mentre i fenomeni meteorologici estremi sono sempre più gravi e mettono a repentaglio la vita delle nostre spiagge e delle persone. Ovviamente nel rapporto si mette in evidenza come le politiche attuali in merito siano insufficienti e che si debba intervenire per limitare ognuno di questi effetti e far fronte ai cambiamenti climatici che incombono. Si legge sul sito di Legambiente che " In molti casi, per rispondere all'emergenza locale, si è intervenuti con la costruzione di scogliere aderenti alla costa che hanno, di fatto, solo spostato il problema, col risultato che oggi abbiamo interi tratti di costa coperti da scogliere artificiali, che non permettendo il ricambio idrico e la sedimentazione delle sabbie, contribuiscono al progressivo abbassamento dei fondali e ai possibili crolli cui si tenta di rispondere con strutture sempre più massicce e impattanti. Inoltre, queste difese artificiali provocano correnti pericolose che possono causare annegamenti. Di recente si è passati a utilizzare la tecnica del ripascimento dei litorali che sembra aver avuto maggiore efficacia ma che ha costi economici superiori."

Capitolo a parte merita l'inquinamento. Nel 2016 ben il 25% delle depurazioni non vengono fatte come si dovrebbe, in molte località c'è ancora questo problema: è vergognoso come in un paese come l'Italia, nel 2016, un quarto delle depurazioni siano inefficaci, facendo così confluire nel mare acque non pulite. Quest'anno l'Italia dovrà pagare per questa causa 500 milioni di sanzioni all'Unione Europea, soldi che potrebbero essere utilizzati per migliorare le nostre depurazioni e le aree costiere interessate. Per non parlare dell'inquinamento di plastica ed altri rifiuti, che in molte zone d'Italia galleggia liberamente in mare in quantità incredibili.

In definitiva la situazione delle nostre aree costiere è davvero critica, con erosione, costruzioni selvagge, inquinamento e depurazioni insufficienti che potrebbero modificare l'ecosistema e oltre a toglierci  il piacere delle nostre tanto amate gite o vacanze al mare, immersi nella natura, le conseguenze sul nostro paese potrebbero essere devastanti. È ora che il governo e le istituzioni si sveglino e mettano in atto politiche sostenibili per mettere un freno a questi fenomeni per salvare una delle più importanti ricchezze del nostro Paese.






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